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Palazzo Amalteo
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Palazzo Amalteo, semplice ma d’impatto, si estende per buona parte di Via Umberto I, vicino al Ponte del Gattolè. In origine muratori, nei secoli cambiarono i loro interessi, dedicandosi ad altre attività.
Come altri Palazzi storici, Palazzo Amalteo si estende per buona parte di Via Umberto I, vicino al Ponte del Gattolè.
Il Palazzo fu voluto da Francesco Amalteo all’inizio del XVI sec. quando sposò Emilia Melchiori.
Le sei arcate di questo imponente edificio si distinguono tra quelle del primo tratto di Via Umberto I, vicino al Ponte del Gattolè. Un tempo la proprietà comprendeva anche giardini, orti ed altre servitù.
Negli anni cinquanta del ‘900 la struttura subì diverse trasformazioni, conservando solo l’originaria facciata fronte strada. Di questa catturano lo sguardo: una targa che ricorda alcuni membri della famiglia e lo stemma degli Amalteo, raffigurante una cornucopia contenente spighe, segno di abbondanza. Il cognome della famiglia sembra arrivare dalla professione dei capostipiti: a-malta, cioè muratori. Le generazioni successive, però, intrapresero anche la carriera ecclesiastica o si distinsero nelle arti e nelle scienze. Francesco arrivò infatti ad Oderzo come professore di Lettere: oltre che qui, insegnò Greco Antico e Latino anche a Motta di Livenza e Sacile. Attilio, invece, fu membro della Compagnia di Gesù e viaggiò in diverse zone d’Europa come messaggero per la Santa Sede. La famiglia era imparentata col
cardinale Girolamo Aleandro, che fu tra i primi Bibliotecari Vaticani e ad Oderzo allestì una tra le più importanti biblioteche d’italia: quando il ramo opitergino della famiglia si estinse, la raccolta contava più di 6000 unità tra volumi, incunaboli e manoscritti, oltre ad una pinacoteca che vantava opere di
Paris Bordon, Pomponio Amalteo, Cima da Conegliano e Jacopo Bassano. Nel Duomo cittadino gli Amalteo avevano la loro cappella, dedicata allo Spirito Santo.