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Dipinti di Gino Borsato in sala consiliare
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L’Amministrazione comunale nel 1934 con il Podestà Dott. Alessandro Gasparinetti, volle esternare su 4 grandi tele, alcuni momenti di vita opitergina. Contatto alcuni pittori di allora, delibero e incarico per il lavoro il pittore prof. Gino Borsato di Treviso nato nel 1905 e morto il 30.7.1971. Significato dei 4 dipinti
1) Il sacrificio del condottiero C. Voltejo Capitone e dei suoi soldati richiamandosi all’episodio citato nella “nave” di Gabriele D’Annunzio: 1 Veneti, divenuti sudditi di Roma, ad essa furono sempre fedeli e quando nel 48/49 A.C parteggiarono per Cesare contro Pompeo, è noto l’eroico episodio della coorte di numerosi giovani volontari opitergini guidati dal condottiero opitergino C. Voltejo Capitone combattente a bordo di un grande zatterone nell’Adriatico. Accerchiati da Pompeo e vista disperata la loro sorte, anziché cadere nelle mani del nemico, dopo aver a lungo combattuto, si votarono alla morte trafiggendosi l’un l’altro morendo tutti da eroi, dando sublime esempio di fedeltà e sacrificio. A quegli eroici caduti opitergini i Pompeiani riconoscendone il valore, decretarono l’onore del rogo. L’episodio commosse il mondo romano intensamente. L’episodio è cantato da Lucano nella Farsalia, da Livio, Floro, Quintiliano ed altri e da ultimo dal poeta G. D’Annunzio nella NAVE
2) La proclamazione di Paolo Lucio o Paoluccio Anafesto a 1º Doge di Venezia: Il dipinto raffigura la presentazione al popolo di Paolo Lucio o Paoluccio Anafesto eletto 1 Doge di Venezia nell’anno 697 d. C. Opitergino di nascita o di adozione, capo amato e stimato. La elezione avvenne in Eraclea nella Cattedrale di S. Pietro e fu un atto spontaneo dei veneti verso gli opitergini, memori della tragedia vissuta dalla loro città e per riconoscimento dei sacrifici, del profugato e del martirio subito
3) 11 Risorgimento: figura dominante il poeta Francesco Dall’Ongaro. Il dipinto ricorda la figura del Prete, poeta, commediografo e grande Patriota Francesco Dall’Ongaro nato a Tremescque di Mansué, distretto di Oderzo, nel 1808 Egli compi i suoi primi studi a Oderzo. Prese parte ai moti di Venezia e poi a quelli di Roma dal 1848-1849 quale aiutante di Garibaldi, fu deputato alla Costituente e quindi in esilio fino al 1859 Il quadro lo rappresenta durante l’insurrezione romana mentre toglie ad un palazzo d’ambasciata a Roma lo stemma dell’aquila bicipite imperiale e colloca il leone di San Marco simbolo di italianità e libertà. Dopo l’esilio fu professore di letteratura a Firenze e quindi a Napoli ove mori il 9.1 1873