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Palazzo Diedo Saccomani / Ca’ Diedo

DOVE?
Via Giuseppe Garibaldi, 9
ORARIO

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L’attuale sede del Comune di Oderzo un tempo era di proprietà della famiglia Diedo. Passò poi ai Saccomani, noti per la florida attività molitoria durante la Serenissima Repubblica; possedevano infatti numerose ruote lungo il fiume Monticano.

Del palazzo, opera dell’architetto Giorgio Massari, dalla strada si fanno subito notare le colonne di stile toscano che oltre a delimitare il portico, danno solennità alla facciata. L’interno ha la tipica suddivisione della Villa Veneta. La famiglia Diedo donò ad Oderzo almeno quattro podestà: Giovanni (1477), Marco Antonio (1517), Alvise (1560) e Bonaventura (1747). Probabilmente fu proprio quest’ultimo a volere un palazzo con due barchesse laterali e giardino, che si trovava nella parte opposta a quella porticata e non era di grandi dimensioni, dato che vi era anche un laghetto ed era coperto a vigna. Le vicende della famiglia e la prematura morte di Gerolamo Diedo prima di aver avuto figli, portarono alla vendita di questa nobile dimora. È del 1808 l’atto di vendita da Giuseppe Diedo e Longo Adelaide ai fratelli Antonio e Giuseppe Saccomani. Circa sessant’anni dopo la struttura venne acquistata dalla Municipalità e nel 1887 divenne sede degli uffici comunali.

Lo spazio retrostante fu organizzato in un elegante giardino che inglobava anche la Ghiacciaia, ancora esistente, oggi chiusa al pubblico ma che fu ad uso della comunità fino alla seconda metà del ‘900. Purtroppo, già durante la Grande Guerra la scarsità di legname e le esigenze belliche portarono all’abbattimento di molti alberi; le piante attuali sono per lo più state piantate successivamente. Al centro del giardino è posta la statua di Luigi Luzzatti, che fu Presidente del Consiglio dei Ministri, economista dalle idee innovative e promotore della cooperazione sociale. Ad Oderzo, ad esempio, portò la ferrovia e le case popolari; promosse inoltre, assieme a Valentino Rizzo, la costruzione degli argini del fiume Monticano che esondando danneggiava spesso la città.

Nel 1864 il Comune acquistò il Palazzo per farne, nel 1887, la sede municipale, destinazione che dura tuttora. Nella sala riunioni del Consiglio comunale sono esposti quattro grandi dipinti commissionati a Gino Borsato nel 1935, per celebrare episodi leggendari e storici della comunità opitergina.

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