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Palazzo Tomitano
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Le famiglie Tomitano e Melchiori diedero vita ad una lunga discendenza che qui abitò. Del complesso fa parte anche la secentesca Cappella del Beato Bernardino Tomitano, tuttora molto frequentata dagli abitanti di Oderzo.
Come molte altre famiglie opitergine, anche i Tomitano sono originari di Feltre; arrivarono ad Oderzo nei primi anni del XVI secolo. I fratelli Pompeo e Galeazzo, “ingegneri alle acque”, si trasferirono in città per esequire dei lavori di bonifica ed inalveazione dei corsi d’acqua. Qui sposarono le sorelle Chiara e Jacoma Melchiori, con le quali diedero il via ad una lunga discendenza. Tra i Tomitano si ricordano letterati, poeti, avvocati, notai e sacerdoti. Custodivano una biblioteca ricca di manoscritti e testi rari, purtroppo oggi dispersa. I due palazzi contigui, a ridosso delle mura della città, furono primo prolungamento del centro urbano che si espanse lungo l’antica Via Callalta e fino al fiume Monticano. Tra i due edifici si trova ancora la Cappella del Beato Bernardino Tomitano, che funse fin dalla seconda metà del ‘600 da pantheon di famiglia, ospitando alcune lapidi che ne ricordano i membri. La presenza di foto dei caduti opitergini in guerra ha creato un legame profondo con la comunità, che spesso visita la chiesetta. La facciata fronte strada un tempo era completamente affrescata. Oggi conserva sottotraccia degli affreschi, tranne nella parte sinistra, che è stata completamente rifatta. Il palazzo subì un importante restauro nel 1987, che riportò la struttura all’eleganza ed all’imponenza di un tempo e fece anche ritrovare, in alcune pareti interne, tracce di affreschi cinquecenteschi.