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Torresin
Sempre aperto
La Porta di Treviso conserva ancora la sua torre, diventata del tempo un simbolo di Oderzo. Chi la osserva non può fare a meno di notare diversi riferimenti alla storia della città. Il nome Oderzo sembra derivare da un termine antico che significa “piazza del mercato”, quindi una città aperta a scambi ed incontri. Aveva a difesa alte mura ed alcune porte, che venivano aperte al mattino e chiuse la sera, oltre che in caso di pericolo. Sono poste sulle maggiori vie di comunicazione che un tempo erano passaggio obbligato per entrare in città o per uscirne. Il nome era dato in relazione alla direzione delle strade: verso il Friuli, quindi ad Est, esisteva fino ad un secolo fa la Porta Friulana di Stalla (dall’omonimo borgo posta appena oltre), ma era identificata anche come “di Ponte longo” perché era a ridosso del fiume Monticano. Affianco o sopra alle porte si trovavano delle torri. Quella di Porta Friulana era quadrangolare, alta e massiccia, ma fu abbattuta perché con l’ampliamento della strada i mezzi faticavano a transitare. A Nord c’era la Porta di San Martino che immetteva sull’omonimo borgo; era conosciuta anche come Porta di Conegliano. Al suo fianco, una torre cilindrica ha lasciato l’impronta nel palazzo a cui era appoggiata.
Si conserva ancora la Porta di Treviso, ossia il Toresin (o Torresin), dove entrava la Callalta, antica strada che porta tuttora verso Treviso.
Rimaneggiato nel XIX sec., il Torresin mantiene sulla parte destra, all’altezza della volta dell’arco, tre stemmi nobiliari che ricordano la fondazione del Monte di Pietà opitergino, che aveva la sua prima sede dove oggi c’è una banca. Nel lato opposto vi è lo stemma della famiglia Loredan, che diede alla città diversi podestà. A ridosso del tetto, una lupa probabilmente fa riferimento a quando Oderzo era Municipio Romano. Verso la piazza c’è un orologio, mentre le decorazioni sul lato di Via Umberto sono imitazioni di affreschi parietali a tappezzeria, fatti in epoca recente.